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Vescovi e Monsignori

 

S.Alfonso Maria dei Luguori 1697/1787

V. Sisto Riario Sforza 1810/1877

V:Salvatore  Meo 1855/1936

V. Vincenzo Sarnelli 1835 /1908 

 

S.Alfonso Maria De Liguori

1agosto
vescovo e dottore della chiesa

Alfonso Maria de Liguori - missionario, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore (C. Ss. R.), vescovo, dottore della Chiesa, patrono del confessori e dei moralisti - nacque a Marianella, presso Napoli, il 27 settembre 1696, e morì a Pagani (Salerno) il 1° agosto 1787.
Compiuti in casa, come tutti i ragazzi di nobili famiglie, gli studi letterari e scientifici, nei quali ebbero la loro parte rilevante anche la pittura e la musica (è sua la canzoncina natalizia "Tu scendi dalle stelle" ), nel 1708 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza all'università di Napoli, dove si laureò col massimo dei voti in diritto civile ed ecclesiastico appena sedicenne, con quattro anni di anticipo sull'età; richiesta dalle leggi del tempo. 
Dopo dieci anni di memorabili successi come avvocato nel foro napoletano, a causa di una violenta delusione morale dovuta a interferenze politiche in una causa dai grandi risvolti sociali, decise di farsi prete. 
Ricevuta l'ordinazione sacerdotale il 21 dicembre 1726, cominciò immediatamente a svolgere il suo ministero in mezzo al popolo più abbandonato e più bisognoso di aiuti spirituali.
Osservando la miseria di tante anime, non riusciva a darsi pace né si concedeva riposo. Si portava dovunque: nei paesi intorno al Vesuvio, lungo la costa amalfitana, nelle sparute e dimenticate contrade di campagna lungo gli Appennini della Puglia e della Calabria, dove il clero locale, pur numeroso, rifiutava di andare.
La salvezza di quelle anime era la sua idea dominante, l'elemento catalizzatore di tutte le sue energie e delle straordinarie doti intellettuali. E per rendere la sua opera più profonda e duratura, e per giungere con la sua azione di salvezza anche dove non poteva arrivare con la voce, e per andare oltre il tempo della sua esistenza terrena ed oltre gli spazi - troppo ristretti per il suo zelo evangelico - del Regno di Napoli, fondò; un istituto essenzialmente missionario e si diede, con altrettanto entusiasmo, all'apostolato della penna.
Come scrittore, sant'Alfonso è popolarissimo. Pubblicò centoundici opere tra grandi e piccole. Alcune di esse hanno raggiunto centinaia di edizioni in gran parte delle lingue del mondo. Quelle di ascetica e di spiritualità si ristampano continuamente ancora oggi: Uniformità alla volontà di Dio; Modo di conversare continuamente e alla familiare con Dio; Pratica di amare Gesù Cristo; Visite al Ss. Sacramento e a Maria santissima; Meditazioni sulla Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; Glorie di Maria; Massime eterne; Necessità della preghiera.
Nel 1748 stampava la sua THEOLOGIA MORALIS, l'opera per la quale il papa Leone XIII lo definì "il più insigne e il più mite dei moralisti".
Come fondatore Alfonso de Liguori sta continuando ancora oggi la sua missione di annunciatore della salvezza attraverso gli oltre 5.600 discepoli (i missionari redentoristi) in oltre 60 paesi dei cinque continenti. 
La Congregazione del SS. Redentore, da lui fondata a Scala (Salerno) il 9 novembre 1732, ha lo scopo di "continuare l'esempio del nostro Salvatore Gesù Cristo in predicare alle anime più abbandonate, specialmente ai poveri, la divina parola". E si impegna a raggiungere questa finalità prima di tutto con le missioni popolari e con la predicazione degli esercizi spirituali. All'occorrenza i congregati accettano la predicazione in terre straniere, particolarmente in quelle del terzo mondo (i Redentoristi italiani hanno aperto, già da alcuni decenni, una missione in Paraguay e una in Madagascar). Anche se raramente essi si fanno carico dell'insegnamento nelle scuole e della cura di parrocchie. 
Nel 1762 Alfonso fu eletto vescovo di Sant'Agata dei Goti (Benevento). Ma dopo 13 anni dovette rinunciarvi a causa dell'artrite deformante.
Canonizzato nel 1839, fu dichiarato dottore della Chiesa nel 1871, patrono dei confessori e dei moralisti nel 1950.
Alla sua scuola, i Redentoristi sono incamminati sulla via della perfezione e della santità. E i frutti, dopo circa 270 anni di vita, sono veramente abbondanti avendo dato alla Chiesa santi, beati, venerabili e servi di Dio. Si ricordano, insieme al Fondatore, san Gerardo Maiellasan Clemente Maria Hofbauersan Giovanni Neumann, il beato Pietro Donders, il beato Gennaro M. Sarnelli, il beato Francesco Saverio Seelos.


[ Testo di Padre Ezio Marcelli, redentorista ] 





 

Sisto Riario Sforza

Sisto Riario Sforza (Napoli5 dicembre 1810 – 29 settembre 1877) è stato un cardinale italiano della Chiesa cattolica, nominato da papa Gregorio XVI.

Biografia

Nacque a Napoli il 5 dicembre 1810.

Papa Gregorio XVI lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 19 gennaio 1846.

Morì il 29 settembre 1877 all'età di 66 anni.

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Predecessore: Arcivescovo di Napoli Successore: Arcbishoppallium.png
Filippo Giudice Caracciolo 1845 - 1877 Guglielmo Sanfelice d'Acquavella

 

Monsignor. Vincenzo Sarnelli

Vincenzo M. Sarnelli ebbe i natali a Napoli il 5 aprile 1835 da Nicola dei Baroni di Ciorani e da Adelaide dei Marchesi Santangelo. Battezzato lo stesso giorno della nascita, rimase orfano di padre a soli 7 anni. Ricevuta la prima Comunione all’età di 10 anni, al Sarnelli venne conferito il sacramento della Confermazione il 2 giugno I 846.

 

Durante gli studi di giurisprudenza nell’Ateneo campano, egli percepì la vocazione al sacerdozio. Vestito l’abito talare il 22 luglio 1857, si dedicò con particolare impegno agli esercizi di pietà, agli studi sacri e alla pratica delle opere di carità, soprattutto nell’ospedale degli Incurabili.

 

Ordinato sacerdote il 20 dicembre 1862, continuò ad approfondire gli studi teologico-giuridici, per poter ancor meglio curare l’istruzione religiosa della povera gente. L’amore e la dedizione allo studio di don Vincenzo non sfuggirono all’Arcivescovo di Napoli, il card. Riario Sforza, che decise d’inviare a Roma il giovane sacerdote, perché si perfezionasse negli studi giuridico-ecclesiastici. Al ritorno nel capoluogo campano, il Cardinale gli affidò l’insegnamento del diritto pubblico ecclesiastico nell’Ateneo arcivescovile e quello di storia civile presso il liceo Troise.

 

Nel maggio 1875 don Vincenzo Sarnelli venne nominato parroco di S. Maria Avvocata in Piazza Dante a Napoli. Nell’adempimento di tale ufficio brillò la cura pastorale di lui, in particolar modo la pietà, lo zelo e lo spirito di povertà, una povertà che lo portava a dare tutto pur di riuscire a sollevare dal bisogno i poveri della parrocchia.

 

Nell’azione pastorale mons. Sarnelli trovò aiuto e conforto nella pietà verso la Vergine Addolorata, al punto che decise di farsi Terziario nell’Ordine dei Servi di Maria.

 

Devoto dell’Addolorata seguì ed incoraggiò la fondazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria, fondate dalla Beata Madre Maddalena Starace e soleva spesso recarsi nella casa delle suore in Scanzano di Stabia e in essa esclamava: “Com’è  bello trovarsi nella casa dell’Addolorata”.

 

La santità di vita del Sarnelli s’impose alla considerazione dei Confratelli. Non fece perciò meraviglia che egli venisse nominato Coadiutore del Vescovo dì Castellammare di Stabia, mons. Francesco Petagna. Alla morte di costui, il 18 dicembre 1878 mons. Sarnelli automaticamente gli successe nell’ufficio. Consacrato vescovo il 2 marzo 1879, il 30 dello stesso mese egli fece solenne ingresso in Diocesi. Il suo apostolato episcopale fu contrassegnato dall’osservanza dei tre voti da lui  emessi: «non perdere mai tempo, operare sempre il più perfetto, praticare la povertà evangelica».

 

Resasi vacante la sede arcivescovile di Napoli, nel 1897 Leone XIII ne nominò Arcivescovo il Sarnelli. L’11 luglio di quell’anno egli fece solenne ingresso nell’Arcidiocesi. ma vi rimase poco tempo.

 

 

Ammalatosi infatti verso la fine dell’anno, il 2 gennaio 1898 mons. Sarnelli spiròsantamente come santamente aveva vissuto.

Monsignor. Sarnelli