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Le Suore Dette 33

Breve storia dell’ordine

L’ordine delle monache Clarisse Cappuccine nasce con la fondazione del Protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme di Napoli, ad opera della Serva di Dio Maria Lorenza Longo, approvata dal Papa Paolo III con la Bolla “Debitum pastoralis officii” del 19 febbraio 1535 che si propone, in sintonia con la riforma maschile cappuccina, di rivivere nel XVI sec, l’esperienza evangelica di Chiara, alla luce della riforma Colettana, con alcune accentuazione in ordine alla clausura e alla povertà.

 

In rapporto a ciò il 10 dicembre 1538 la Madre Lorenza riceve da Paolo III con il Motu Proprio “Cum Monasterium” l’assistenza dei frati minori cappucini, costituzionalmente restii ad accettare la cura spirituale delle monache. Tuttavia solo nel 1555, il 4 settembre, (dopo la morte della fondatrice Maria Lorenza Longo, avvenuta nel 1539),Paolo IV concede alle sorelle del protomonastero di Napoli il Breve “Alias Postquam”, che consente loro di passare giuridicamente da monastero del Terz’ordine di san Francesco secondo la regola di santa Chiara a monastero dell’Ordine di Santa Chiara osservante la Regola del 1253, assunta come forma di vita 20 anni prima..

 

Infatti la legislazione osservata a Napoli, riportata da un manoscritto ivi esistente della seconda metà del XVI sec., prevedeva sia l’osservanza della I° regola di santa Chiara (approvata da Innocenzo IV il 9 agosto 1253) sia le costituzioni di santa Coletta (approvate da Pio II nel 1454), insieme ad una serie di norme sulla clausura, emanate nel 1538 dalla stessa Maria Lorenza Longo, completate da una serie di costumanze derivate dai frati cappuccini.

 

La fama di santità di vita e dell’austerità delle Trentatrè cappuccine non tardò a spargersi fuori di Napoli. Iniziarono a sorgere altre fondazioni seguendo lo stesso modello e trasmettendosi il corpus legislativo.

 

Nel 1556 fu inaugurato il monastero delle cappuccine di Perugia, ad opera di Giulia del Monte sorella di papa Giulio III. Da questo monastero vennero scelte le istitutrici per la fondazione di altri 8 monasteri nel centro-nord d’Italia nei quali vigeva la stessa esperienza legislativa di Napoli.

 

Nel 1576 un breve di Gregorio XIII ordinò che 4 monache del protomonastero di Napoli si recassero a Roma come istitutrici per guidare il monastero “del Santissimo Crocifisso.” L’espansione dei monasteri delle cappuccine sul modello di quello di Napoli e di Roma fu vorticoso tanto da rendere necessario da parte della Curia generalizia dei frati cappuccini una legislazione unificata.

 

Nel 1610 furono emanate le Costituzioni delle povere suore dell’ordine dè mendicanti qual è il secondo ordine di san Francesco e prima regola di santa Chiara sotto l’istituzione e riformazione della beata Coletta riformatrice di detto ordine…, le quali costituzioni sono state riviste e riformate in Roma conforme alli decreti del Sacro Concilio Tridentino.. dal Procuratore e Commissario generale dei Cappuccini, P.Girolamo da Castelferretti. Esse furono adottate sia dalla proto-comunità sia dalla maggior parte dei monasteri di cappuccine che nel frattempo venivano fondati non solo in Italia e in Europa, ma anche nel Nuovo Mondo.

 

Infatti anche in Spagna si era diffusa la riforma cappuccina femminile ad opera di Lucia de Urena (+ 1597), che aveva fondato il monastero di Granada e della ven. Angela Margherita Serafina Prat che diede origine al monastero di Barcellona nel 1599, fonte di un centinaio di fondazioni in Spagna, Sardegna, Messico e Nuovo Mondo. Anche la Francia ebbe le sue cappuccine con il monastero di Parigi nel 1603 ad opera di Maria di Lussemburgo. Da qui si espansero in altre città della Francia e in Portogallo nel 1667.

 

Il XVIII sec. segnò il periodo di massima espansione delle monache cappuccine che potevano contare circa 200 monasteri in tutto il mondo.

 

Alla fine dell’ ‘800, con le soppressioni civili, tutto l’ordine subì un notevole ridimensionamento, in Italia per esempio da 109 comunità ne sopravvissero 35. Tuttavia dopo la I guerra mondiale molti monasteri riuscirono a ricostituirsi e l’ordine vide la fondazione di altre comunità in tutto il mondo.

 

Nel 1917 fu promulgato il nuovo codice di diritto canonico e quindi fu necessario adattare le costituzioni. La revisione delle costituzioni del 1610, adottate dalla maggior parte delle comunità, fu compiuta dalla curia generale dei cappuccini per ordine del ministro generale P.Giuseppe Antonio da san Giovanni in Persiceto. Le nuove costituzioni furono approvate dalla congregazione dei religiosi con decreto del 12 giugno 1927 come legge unica per tutti i monasteri di cappuccine.

 

Nel 1950 Papa Pio XII pubblicò la Costituzione apostolica “Sponsa Christi”che rivalutava l’importanza del lavoro monastico come forma di sostentamento. Alla costituzione si accompagnavano gli Statuti generali per le monache che prevedevano il sistema delle federazioni di monasteri. Anche le cappuccine eressero le loro federazioni: 10 in tutto il mondo ciascuna con il suo padre assistente, naturalmente cappuccino.

 

Con il Concilio Vaticano II (1962-1965) si rese necessario la revisione delle costituzioni. Attraverso un’itinerario complesso ed elaborato si giunse al testo ad experimentum, vagliato paragrafo per paragrafo da una commissione internazionale di 18 clarisse cappuccine, rappresentanti varie federazioni o gruppi di monasteri, che si riunì a Roma dal 17 al 26 febbraio 1974. Il testo così approvato, tradotto in latino, fu presentato alla Santa Sede che diede la sua approvazione in forma di sperimentazione per 7 anni in data 26 settembre 1976.

 

Con la promulgazione del nuovo codice di diritto canonico del 1983 si ebbe un’ulteriore revisione del testo che avvenne nel 1985. Infine si giunse all’approvazione pontificia in forma definitiva il 19 luglio 1986.

 

Qualche anno prima il 6 dicembre 1978 si era avuta l’approvazione da parte della Congregazione per il culto divino del Rituale romano-serafico della professione religiosa per le monache dell’ordine di santa Chiara e del Terzo Ordine Regolare contenente la nuova formula di professione approvata dalla Congregazione dei religiosi il 25 novembre dello stesso anno.

 

Le costituzioni del 19 luglio 1986 sono oggi osservate da circa 200 monasteri di clarisse cappuccine sparsi in tutto il mondo raggruppati in 14 federazioni,pur conservando il “sui iuris”.L’ordine è presente in 27 paesi con 6 monasteri in Africa, 80 nelle Americhe (dei quali 60 soltanto in Messico), 14 in Asia, 86 in Europa,senza calcolare quelli di recente fondazione che non hanno ancora ricevuto l’erezione canonica.

 

 


Maria Lorenza Longo (Catalogna, 1463 circa – Napoli, 21 dicembre 1542) è stata una religiosa spagnola naturalizzata italiana, fondatrice dell'ordine delle monache Clarisse Cappuccine.

 

Di nobile famiglia catalana, Maria Requenses sposò nel 1483 Giovanni Longo, funzionario di Ferdinando II d'Aragona, e nel 1506 seguì il marito a Napoli: rimase vedova poco tempo dopo, nel 1509.

Affetta sin dalla giovinezza da una forma di artrite reumatoide, nel 1516 si recò in pellegrinaggio al santuario della Santa Casa di Loreto, per impetrare la grazia della guarigione: guarita, fece voto di dedicare il resto della sua vita alla cura degli infermi ed entrò nel Terz'ordine secolare di San Francesco assumendo il nome di Maria Lorenza.

[ L'Ospedale degli Incurabili di Napoli

 

Tornata a Napoli, iniziò a prestare servizio presso l'ospedale di San Nicola, presso il Castel Novo, ma poi ebbe l'idea di fondarne uno nuovo per soddisfare le richieste dei sempre più numerosi infermi.

Grazie al sostegno dei suoi potenti amici, fondò l'Ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, presso Porta San Gennaro, inaugurato il 23 marzo del 1522: per intercessione del vescovo di Chieti Gian Pietro Carafa, l'ospedale ottenne numerosi privilegi dai papi Leone X ed Adriano VI; i suoi statuti vennero approvati da papa Clemente VII con la bolla Ex supernae dispositionis dell'11 dicembre 1523.

La Longo resse l'Ospedale come Rettora per dieci anni.

[ La fondazione delle Cappuccine

 

Nel 1533, dopo l'arrivo dei Chierici Regolari Teatini a Napoli, la Longo scelse come suo confessore Gaetano di Thiene, grazie al quale maturò l'idea di abbandonare la direzione dell'Ospedale per diventare una monaca di clausura: il 19 febbraio 1535, con la bolla Debitum Pastoralis Officii, ottenne da papa Paolo III il consenso alla fondazione di un nuovo monastero sottoposto alla Regola di Santa Chiara del 1253.

Il monastero, detto di Santa Maria in Gerusalemme, ebbe la sua prima sede in alcuni locali annessi all'Ospedale degli Incurabili messi a disposizione da Maria Ajerba, duchessa di Termoli; le prime consorelle della Longo furono alcune prostitute che presso l'ospedale erano guarite dalla sifilide e si erano convertite (per questo il monastero era anche detto delle Pentite). I padri Teatini assunsero la direzione spirituale delle religiose.

Il 30 aprile del 1536, con la bolla Alias nos, il pontefice concesse alla Longo di elevare il numero delle monache a trentatré, in omaggio agli anni di vita terrena di Gesù.

Nel 1538 le monache abbandonarono la loro prima sede per la chiesa di Santa Maria della Stalletta, trasformato nel protomonastero di Santa Maria in Gerusalemme: la direzione delle monache passò ai frati Cappuccini, di cui le religiose adottarono le costituzioni ed assunsero il nome.

Il legame tra le monache della Longo ed i Cappuccini venne definitivamente sancito dalla bolla Cum Monasterium del 10 dicembre 1538.

Maria Lorenza Longo, dopo un collasso, nel 1539 abbandonò la carica di Abbadessa che ricopriva dalla fondazione: morì nel 1542.

 

La fondazione del monastero delle pentite

A Napoli, aperta agli stranieri che approdavano al suo porto emporio del Mediterraneo,si può facilmente comprendere come dovesse infierirvi il morbo della prostituzione, soltanto mancava ancora un monastero di convertite. Dalla fine del ‘400 il meretricio era aumentato a Napoli in modo sensibilissimo e nel ‘500 si costituì in una vera e folta corporazione di malcostume santuario. La Madre Lorenza esercitò fin dall’inizio tra le peccatrici degenti in ospedale il ministero delicato della conversione.

 

A chi l’ascoltava provvedeva per un’onesta collocazione. Il suo ardore non si contenne tra le mura dell’ospedale ma si spinse ben oltre fino ai luoghi di peccato e procurava in ogni modo di toglierle dal peccato e se non ci riusciva si prostrava   in ginocchio davanti a loro e le pregava che almeno il venerdì e il sabato si astenessero dal peccato e per quei due giorni affinchè la necessità non le costringesse a prostiuirsi le pagava. Nel loro cuore traviato la Longo riusciva a ridestare il fascino di un sentimento religioso pur sempre vivo,facendo rivivere dinanzi ai loro occhi,smarriti in un vuoto d’anima l’immagine del Crocifisso e della Vergine che la seguivano.

 

E’ facile comprendere come molte di quelle povere donne ,provata per esperienza la possibilità di risorgere si ritraessero dal peccato ascoltando la signora. Questa le collocava come meglio poteva .Un buon numero di esse attirate dal suo esempio si dedicò volontariamente all’assistenza dei malati nell’ospedale.

 

Dopo la fondazione del monastero di S. Maria in Gerusalemme del 1535 i cui locali erano ancora situati nell’ospedale, Maria Longo insieme a maria Ajerba San Gaetano e i cappuccini,decise come era stato anche a Genova e a Venezia di dare avvio accanto all’ospedale Incurabili un Monastero delle Convertite. Tutti infatti sentivano necessario offrire un sicuro asilo a quelle donne che guarite nel corpo e nell’anima,colpite dalla predicazione dei cappuccini e dei teatini avrebbero decisamente abbracciato una vita regolare in un chiostro.

 

Si decise che la responsabile fosse Maria Ajerba che non aveva potuto seguire Maria Longo nella scelta contemplativa. Nei pressi dell’ospedale vi erano dei locali di sua proprietà che la duchessa ampliò per farli divenire un monastero. Il 17 dicembre 1537 il cardinale penitenziere Antonio Pucci emanava il decreto di erezione canonica.

 

Maria Ajerbo ne era la direttrice e la madre. La sua nobile personalità impresse all’istituto un impronta tale che si attirò il rispetto e la stima dell’opinione pubblica. Non una casa di semplici pentite ma un autentico asceterio religioso divenne sotto l’influsso della sua spiritualità quel monastero che volle porre sotto la regola del terz’ordine francescano. In breve non si periteranno di entrare anche donne non peccatrici tanto che dovrà intervenire un decreto della sacra Penitenzieria a conservare il primitivo carattere del monastero che era quello di ricevere solo meretrici convertite.

 

Il monastero delle Pentite sarà retto dall’ospedale Incurabili attraverso i governatori.

 

Le regole e le ordinazioni di tale luogo sono molto dure ed esigenti e tuttavia le pubbliche meretrici divenivano religiose vere e proprie, con i tre voti regolari e di più col voto di stretta clausura.

 

Tale sarà il successo di questa iniziativa che nel XVII sec. si avrà una ramificazione che si concretizzerà nel monastero delle riformate,cioè di quelle religiose del precedente monastero che avevano desiderio di una vita più strettamente contemplativa modellata sulle costumanze dei Cappuccini.

 

Fino alle soppressioni di Napoleone e dello stato Italiano questi tre monasteri hanno continuato ad esistere,l’uno affianco all’altro lungo il Vico degli incurabili.

 


 

Santa Maria di Gerusalemme o le trentatré

 

l monastero di Santa Maria di Gerusalemme, con l'annessa chiesa del Presepe, divenuto nel 1539 sede di un

 

gruppo di cappuccine, fu detto delle "Trentatrè", dal numero delle consorelle che vi potevano essere ospitate, con evidente richiamo agli anni di Cristo. Le suore appartenevano ad un ordine di recente creazione, quello delle francescane del Terz'Ordine, voluto da San Gaetano e di cui fu fondatrice Maria Longo, alla quale si deve anche la costruzione dell'Ospedale degli Incurabili. Nel 1585, abbattuta l'originaria chiesa del Presepe durante la costruzione del chiostro, venne eretta una seconda chiesa, demolita nel 1600 per far posto a quella attuale. L'interno dell'edificio, estremamente semplice, conserva una decorazione settecentesca a stucchi. Sull'altare maggiore è posta una tavola del XVI secolo raffigurante la Presentazione di Gesù al Tempio inquadrata in una cona lignea di gusto tardo-barocco. Della stessa epoca la Presentazione al Tempio di Maria, collocata in alto sul timpano. Nell'ingresso del monastero è visibile un ciclo di affreschi opera di Andrea Malinconico (1770). 

). (Francesca Del Vecchio)

 

Foto Monastero 33

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foto prelevate dal blog   La sfinge dei sogni gentilemnte concesse tramite autorizzazione avvenuta via e mail.  ringrazio  per la collaborazione