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GIUSEPPE MOSCATI
Le lettere a Benedetto Croce
Il 10 febbraio 1924 il Ministro per la Pubblica istruzione, Giovanni Gentile, varò un decreto con il quale clinicizzava gli ospedali italiani, esclusa solo la città di Roma, impedendo così
l’insegnamento libero.
Giuseppe Moscati scrisse a Bendetto Croce, al quale era legato da sentimenti di stima e amicizia, illustrando le conseguenze del decreto e chiedendo di adoperarsi per ottenere per gli ospedali di
Napoli «i benefici concessi a Roma».
A s. eccellenza Benedetto Croce.
A voi, eccellenza, difensore delle tradizioni di Napoli nobilissima, mi rivolgo, anche a nome dei miei colleghi, fatto ardito dall’ottima accoglienza che prodigaste ieri ai rappresentanti del
Consiglio dell’ordine e dei medici ospedalieri (prof. Falcone e Laccetti), perché non lasciate spegnere un’ultima luce.
Attorno agli Ospedali di Napoli, e principalmente agli Incurabili e ai Pellegrini, c’è una tradizione antica di beneficenza e di insegnamento libero. Gli Incurabili hanno formato i medici del
Mezzogiorno. Ora il decreto governativo sulla clinicizzazione degli ospedali, trattando Napoli alla stessa stregua di altre città, cittaduzze minori, ordinando che i professori ufficiali di
clinica invadano gli ospedali, scacciandone il personale medico, autonomo, reclutato per concorso, spegne la scuola fiorente, libera (quella che rese possibile la formazione clinica di D.
Cotugno, del Claretti, di Antonio Cardarelli e altri più antichi e più recenti), e monopolizza nei soli professori ufficiali la palestra clinica. È lo stesso che chiudere tutte le biblioteche
agli studiosi, tranne che ai possessori del crisma dell’ufficialità!
Roma, che non ha le tradizioni secolari d’insegnamento privato, è esclusa dalla clinicizzazione. Ci sono altri inconvenienti, che non è il caso di citare, e che v. e. immagina benissimo. Furono
già compiuti esperimenti sul modo come funzionarono reparti ospedalieri affidati agli occupatissimi direttori di clinica; si farà l’esperimento sulla funzione di interi ospedali, affidati alla
sapienza clinica d’un solo! E frattanto, che si compiono gli esperimenti, gli ammalati (per i quali sorsero le attuali insidiate istituzioni, con infinito amore di pochi generosi che avevano per
loro un linguaggio oh quanto diverso dal freddo frasario dei decreti, che dispongono della carne umana come di una mercanzia), frattanto, dicevo, gli ammalati sono sbattuti come titoli in
borsa.
Ci furono tentativi, nel passato, di simili asservimenti degli ospedali alle cliniche, tentativi cessati per opera di maestri, che pur appartenevano alla tribuna ufficiale (il sen. Senise) e che
dimostrarono la differenza della funzione sociale degli ospedali dalle cliniche.
Ora le scuole ufficiali, che hanno ad ufo mezzi, lettini, poteri, assistenti, laboratori, si dispongono a usurpare le scuole ospedaliere! S. e. Gentile promise ai medici ospedalieri di tutta
Italia, che avrebbe temperato, nel regolamento, i rigori del decreto. E io mi rivolgo a voi, eccellenza, perché vogliate tutelare il decoro di Napoli, ottenendo che un decreto estenda a Napoli i
benefici concessi a Roma (povera Napoli!).
È inutile che io mi indugi a dimostrare che proprio a Napoli la scuola privata ebbe i più forti campioni e fornì poi i maestri alle scuole ufficiali. Ma voglio pregarla su d’una subordinata! Il
Ministero dovrebbe per lo meno riconoscere la giustizia di alcuni capisaldi:
1. che sia antigiuridico e strano clinicizzare quegli ospedali, ove per secolare tradizione si impartisce insegnamento privato e che sono tuttora centro di formazione culturale di giovani medici,
per esempio gli Incurabili di Napoli; 2. che sia un grande dovere dei tardi nepoti escludere dalla clinicizzazione gli ospedali ove, per tavole statutarie, è proibito l’insegnamento ai reparti
(c’è il caso della maternità degl’Incurabili, che la fondatrice Maria Longo volle circondata del massimo segreto, perché intese di creare un centro di rieducazione delle disgraziate fanciulle.
C’è il caso dei Pellegrini, ove i colpiti da lesioni violente sono lasciati nella maggiore tranquillità); 3. che sia dannoso agli interessi del paese e allo sviluppo medico creare un’oligarchia
clinica ufficiale, a cui dovrebbe inchinarsi tutto il pensiero medico di una serie di generazioni!
Di Voi sempre dev.mo
Giuseppe Moscati
primario degli Ospedali Riuniti
di Napoli
Napoli, 11 giugno 1924
Eccellenza,
Vi sono infinitamente grato della bontà, con cui avete accolto la mia umile preghiera. Vi garantisco che tutta Napoli è tenacemente avversa al tentativo di violazione delle sue gloriose
antichissime opere ospedaliere. Non si tratta di abolire posti per risanamento finanziario della nazione, ma di vessatorie mostruose trasformazioni, che alienano simpatie e consensi a coloro che
le vogliono compiere! È un’opera continua di distruzione nel paese del cosiddetto consenso! Perché abolire l’insegnamento libero negli Incurabili?
Perché affidare l’Ospedale dei Pellegrini al direttore della clinica chirurgica? Etc. etc. Mille inconvenienti, che voi, eccellenza, sapete benissimo. Il regolamento, che dovrà essere fatto dal
Ministero dell’istruzione con l’intesa di quello dell’Interno (dicono del sen. Pironti), potrà salvare per lo meno le grandi città, salvare dalla clinicizzazione gli ospedali ove già per secolare
tradizione si impartisce insegnamento privato, salvare gli ospedali, ove è proibito l’insegnamento per tavole statutarie (maternità degli Incurabili, Pellegrini); può impedire la clinicizzazione
di ospedali in quelle città, come Napoli, ove gli insegnamenti clinici ufficiali sono duplicati e triplicati (due cliniche mediche, due chirurgiche, due cattedre di patologia, a Napoli!).
Vorrebbero anche alcuni del settentrione salvare gli ospedali, facendo inserire nel regolamento che le cliniche in ogni caso non possono disporre che di un determinato numero di letti, in modo
che potrebbero integrare questo numero prendendo negli ospedali quelli residui.
Se dunque si stabilisce come numero 20, una clinica che ha già 50 letti, non potrebbe assorbire che trenta letti in un ospedale qualsiasi. Ma a Napoli, ove le cliniche sono duplicate e
triplicate, il numero globale di letti assegnato alle cliniche, compresi quelli di cui già dispongono, non dovrebbe superare il numero di cui già dispongono, e bisogna differenziare le cliniche
dalle patologie. A Napoli nominalmente le cliniche dispongono di 50 letti, ma li possono aumentare con i letti a pagamento, di cui il rendimento pecuniario per il nuovo regolamento
universitario... è a solo beneficio dei clinici (!!!) (I clinici insomma hanno diritto di vita, di, morte, e quindi impongono anche il loro pensiero medico agli studi avvenire... E fossero sempre
degli astri!).